2007.01.09 Classe di livello internazionale

Weinsberg, 4 gennaio 2007 (pianoforte solo)
A Weinsberg un soffio di classe di livello internazionale

Di Monika Köler

“Valzer e virtuosismi al pianoforte” – nel menù di un ristorante gourmet questa espressione potrebbe intendersi come una seduzione per il piacere dei sensi. E proprio questo è il concerto di Edorardo Bruni, anch’esso nella serie “Concertino” della clinica a Weissenhof. Ciò che incanta di questo pianista e compositore, nato in Italia a Trento e conosciuto sulla scena internazionale, mentre suona il pianoforte a coda Bösendorfer, va ben oltre le sue eccellenti capacità musicali. Non è solo la precisione tecnica che affascina. Come dal nulla, sotto le mani di Bruni, che ha concluso il suo dottorato in musicologia a Trento ed alla Sorbonne, nascono suoni e successioni di note come se li avesse appena inventati, e un gioco musicale particolare conferisce così ad ogni brano un proprio carattere.

Nei valzer di Grieg, dai toni soffusi e intimi, Bruni lascia trasparire una delicata melanconia. In Schubert saluta il mondo perfetto eseguendo figure cullanti e trilli, interrotti da momenti drammatici e accordi violenti. Tramite un utilizzo tenuto del pedale, i “Valses nobles et sentimentales” di Ravel sono trasformati in un gorgogliante intreccio, da cui affiorano in superficie punti di luce melodici. Nelle “Danze fantastiche” di Shostakovich, Bruni combina in modo estremamente contrastante rapidi passaggi con miniature di arpeggi, uno staccato spigoloso con un armonioso legato. Con Prokofiev lascia che le famiglie veronesi di “Romeo e Giulietta” si affrontino sulle note di una dinamica crescente e un motivo dettato dal rintocco delle campane. E con l’esecuzione degli studi di Rachmaninov e Scrjabin Bruni si esibisce in un’ ebbrezza controllata, tra fragori di tempesta, cluster saturi e delicati momenti di piano.

Le composizioni di Bruni, che a buon diritto possono essere ascritte alla musica contemporanea “ascoltabile”, si inseriscono nell’attuale panorama musicale assolutamente poco piacevole senza contatti o compromessi con esso: nei valzer una struttura complessa, figure impetuose e volteggi di scale, nella sonata una concezione motivica seriale ed esplosioni irruente – presentate in un virtuosistico lavoro di filigrana – portano a Weinsberg un soffio di classe di livello internazionale, premiato con una standing ovation.

Traduzione: Francesca Leoni