2007.01.11 Eleganza del tocco, incisività timbrica, agilità espressiva

Recensione del concerto dell’11 gennaio 2007 a Trento
All’Associazione A. Rosmini , il pianoforte fra valzer e virtuosismi di Edoardo Bruni

Quando la musica si lascia ascoltare, un concerto può divenire un’esperienza per i sensi e per la mente. Ed è stato proprio così alla conferenza – concerto del pianista Edoardo Bruni presso la sala Calepini dell’Associazione Culturale A. Rosmini di Trento. Un’ esplorazione dei sentimenti attraverso la musica di fine Ottocento fino ad arrivare ai giorni nostri con le composizioni dello stesso maestro Bruni. A passo di danza da Schubert a Scriabin, e il valzer leggero e armonico prende corpo volteggiando e dissolvendosi in un lirismo impetuoso portandoci all’estremo di una estatica visione del suono. Le indiscusse doti pianistiche del maestro trentino Bruni, diplomatosi in pianoforte e successivamente in composizione presso il Conservatorio di Trento, ci hanno magistralmente rilevato una eleganza del tocco, una incisività timbrica, un’ agilità espressiva e una elevata abilità tecnica. Con Bruni, si è sempre in bilico fra esecuzione ed interpretazione, lo spartito non viene sono letto, ma rivestito, sempre nel rispetto filologico dell’opera, di una particolare sintesi emotiva – formale che si sviluppa nella leggerezza del fraseggio e dell’articolazione. Da Schubert a Ravel, nella prima parte, e il cambiamento armonico, ma mano più complesso si risolve in un elaborato dalla tessitura cromatica morbida e dagli stilemi jazzistici . Si passa poi, alla seconda parte con Rachmaninov, Prokofiev , Scriabin , e qui l’impeto, la passione, il materiale compositivo, tutto viene teso, sviluppato, plasmato , forgiato al limite del parossismo. Ogni frammento musicale è un nucleo a se che racchiude l’essenza dell’intera composizione. La partitura scivola dalle mani di Bruni e la nostra sensibilità diviene un nervo scoperto che pulsa, che vibra ad ogni battito di emozione che impregna la sala. Bruni, non interpreta, non esegue solamente, ma crea la musica scendendo nell’emisfero della sua anima, il suono, la scrittura musicale divengono lentamente sullo spartito, tracce di quel particolare linguaggio che descrive l’indescrivibile, l’ultima composizione in programma infatti, è un suo lavoro: “Sonata per pianoforte” (2002). Lirica ed evocativa, un quadro che trasuda passione e struggente bellezza da un’architettura ben strutturata. Note come presenze arcaiche si dispongono sui tasti del pianoforte in una trasfigurazione surrealista, e la massa sonora scivola nelle variazioni rinnovando la sua energia e richiamando il tema di Rachmaninov. Un lavoro che mette in luce un virtuosismo mai fine a se stesso, ma a servizio della musica. Sottile differenza che rende Maestri musicisti come Edoardo Bruni.

12.01.2007 di Antonella Iozzo – www.bluarte.it