2018.11.16 Bagno di emozioni musicali

Bagno di emozioni musicali.

Due solisti italiani presentano “Capolavori del Romanticismo”.

di Rainer Ehmanns

Fröndenberg.

Non ogni giorno siede al pianoforte a coda della Sala del convento di Fröndenberg un pianista, compositore, filosofo e dottore in scienze musicali come Edoardo Bruni. E quando porta con sè il violoncellista Giuseppe Barutti ci si può a ragione attendere sensibilità e passione nel concerto di Celloherbst.

A questa aspettativa rispondono entrambi con “Kol Nidrei” (1880), per il cui tema principale Max Bruch attinse alla preghiera della vigilia della festa giudaica della riconciliazione. Bruni e Barutti plasmano il lamentoso tema su un canto pieno di dolore, che Barutti intona con grande intensità. Al tranquillo secondo tema segue come un’eco il ritorno al primo, che si smorza sommessamente nel registro alto.

La sonata di Brahms in mi minore op. 38 è malinconia profonda, che nel primo movimento, dopo un inizio delicato, sale verso l’alto dai registri bassi del violoncello e fiorisce in dolente bellezza. Il duo crea drammatici momenti con potenti accordi pianistici così come con il suono pieno del violoncello. Segue un elegiaco minuetto, come un ricordo di vecchi tempi. Il finale con il tema della fuga impreziosisce con precisione la pienezza del suono. Potenti, decisi e risoluti, Barutti e Bruni portano questo tempo ad una conclusione monumentale.

Anche la famosa elegia di Gabriel Fauré diventa un dolore cantato ad alta voce, che Barutti, con la immensa intensità del suono del suo violoncello, porta ad un culmine con una drammatica esplosione, per poi volgere infine in rassegnazione.

Bruni compose la sua “Sonata romantica per violoncello” all’età di 20 anni. Per la scrittura musicale, spiega, un compositore contemporaneo non dovrebbe ricercare sempre il nuovo, egli può basarsi anche sull’esistente. In conformità a ciò, è percettibile l’affinità con compositori romantici, quali potrebbero essere Brahms o Schumann. La sonata, nei tre movimenti Allegro agitato, Largo e Allegro, si evolve drammaticamente, tanto che alla fine l’ascoltatore è travolto ad arte dall’opulento flusso delle figure virtuosistiche e delle struggenti cantilene.

Infine, solo un profondo largo di Chopin, come bis, può calmare di nuovo i flutti agitati.